Egregio Direttore,
dopo il meritato conferimento nel maggio dell’anno scorso dell’Onorificenza di Gran Croce dell’Ordine della Stella d’Italia, la più prestigiosa della Repubblica Italiana, da parte del Presidente della Repubblica per il suo continuo e profondo impegno culturale, quale “punto di riferimento culturale imprescindibile e di assoluta eccellenza … una delle figure più prestigiose nel panorama culturale italiano e internazionale”, il 23 novembre l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano ha conferito al Cardinal Gianfranco Ravasi, insigne biblista, umanista e letterato, Presidente emerito del Pontificio Consiglio della Cultura, già Prefetto della Biblioteca Ambrosiana di Milano e fondatore del “Cortile dei Gentili”, spazio di incontro e di dialogo interculturale tra credenti e non credenti, odierno percorso coraggioso intrapreso dallo stesso Papa Francesco con l’apertura della Chiesa alle diversità del mondo reale, la Laurea “honoris causa” in Scienze dell’Antichità «Per il suo intrinseco valore di studioso, per il lungo servizio nelle istituzioni ecclesiali, che ne ha messo in piena luce l’adesione profondamente vissuta agli ideali dell’umanesimo cristiano».
Questi illustri esempi culturali invitano tutti, considerando le tante contraddizioni sociali, economiche e culturali del mondo, a cercare un nuovo umanesimo culturale affinché la Conoscenza possa aiutare la nostra società “moderna”, spesso interessata solo all’arido profitto economico e materiale da conseguire a qualsiasi costo umano e alla vuota ed effimera bellezza esteriore, ad aprire e ad arricchire le menti e gli animi per superare la nostra triste indifferenza nei confronti degli “altri” esseri umani e del Bene comune e per trovare la luce della Cultura e del Pensiero. La Cultura non è un’inutile perdita di tempo giacché non produrrebbe alcun guadagno immediato ma al contrario rappresenta la possibilità di unire gli uomini e di superare le loro divisioni sociali e le loro diversità culturali attraverso l’Arte, il Pensiero e la Conoscenza infatti il Siracide ci ricorda che è “Beato l’uomo che si dedica alla sapienza e riflette con la sua intelligenza”, Socrate affermava che una vita senza la ricerca non vale la pena di essere vissuta, Pascal rifletteva che “Il pensiero fa la grandezza dell’uomo … che ha la coscienza di essere miserabile”, “L’uomo è manifestamente creato per pensare … e il suo primo dovere è pensare in modo retto” ed Hegel sosteneva che “L’uomo è veramente uomo soltanto grazie alla Cultura”. Senza il Pensiero e la Cultura non vi sono le Leggi e il Diritto e quindi non vi è alcuna Civiltà, basi imprescindibili per ogni Società, infatti “Se non è rispettata la giustizia, che cosa sono gli Stati se non grandi bande di ladri”? (Agostino d’Ippona).
In tal senso per cercare di uscire dal buio della nostra povertà interiore e della grave miseria umana, che tanti mali e tante ingiustizie provocano agli uomini, e per arricchire il nostro animo e il nostro pensiero continuo a ricordare sia l’insegnamento di Tommaso d’Aquino, per il quale “Qui non intelligit non perfecte vivit”, sia gli immortali e sempre attuali versi, che hanno un carattere universale, espressi da Dante nel XXVI° Canto dell’Inferno: “Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza”.
(Alberto Morandi – Laveno Mombello – Pubblicato su VareseNews)