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Movimento per la Rinascenza Umanistica

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Sanità


Vogliamo parlare di sanità, quindi questo lo facciamo prendendo in considerazione l’Articolo 32 della nostra Costituzione “tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti” Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”.

Tutti noi come cittadini, siamo informati che, organizzare e fornire cure sanitarie è un compito che spetta al governo nazionale, così come integrare le politiche nazionali per raggiungere gli obiettivi comuni, creando economie con risorse adeguate, condividendo le risorse e aiutando le regioni ad affrontare le sfide comuni, quali le malattie croniche e l’impatto di una maggiore aspettativa di vita sui sistemi sanitari.

Il nostro sistema sanitario italiano consiste in una struttura complessa, suddivisa su più livelli e caratterizzata da un complicato intreccio tra pubblico e privato. Le varie parti del sistema non sempre sono ben integrate tra loro. Anche per la sanità la politica dei tagli ha indebolito e disgregato il nostro SSN a danno sia dei pazienti fruitori che del personale operante. In Italia la politica sanitaria è così frammentata che le prestazioni e le cure sono differenti in ogni regione, ogni cittadino riceve prestazioni e di conseguenza le cure in virtù della regione in cui vive, in altre parole siamo l’unica Nazione che non ha un SSN omogeneo, bensì ne ha 20 tante quante il numero delle regioni stesse.

Il nostro SSN, confrontato con i sistemi sanitari degli altri paesi industrializzati e, in particolare, con quelli europei, appare piuttosto efficiente (poco costoso) e in base ad alcuni indicatori, anche abbastanza efficace, questo in modo apparente e illusorio, tant’è che è inefficiente e inefficace, nonostante le diverse eccellenze nello specifico, la situazione quindi si presenta puntiforme.

Tuttavia, negli anni si è assistito, in relazione con le politiche di stabilizzazione adottate, ad un pensante e penalizzante scarso investimento in questo settore, che si manifesta con carenze soprattutto sulla dotazione di personale, la diminuzione delle risorse poi, ha fortemente impedito la riorganizzazione e ridistribuzione dell’offerta. Nel confronto internazionale la spesa sanitaria italiana risulta alquanto contenuta, la preoccupazione di controllarne la crescita è stata sempre viva, per i vincoli derivanti dall’elevato debito pubblico e per lo squilibrio tra la responsabilità della spesa (in capo alle Regioni) e quella della raccolta del finanziamento in larghissima parte proveniente dal prelievo fiscale generale soldi tolti ai cittadini tutti, questo scompenso, presente sin dalla nascita del SSN nel 1978, è rimasto irrisolto anche dopo la riforma costituzionale del 2001, che ha consolidato l’autonomia delle Regioni e ha stabilito una competenza concorrente sulla tutela della salute. Il graduale calo del tasso di natalità, il progressivo invecchiamento della popolazione, aumento delle malattie croniche, hanno reso il nostro SSN non adeguato a “rispondere” alle esigenze del paziente sempre più anziano quindi più fragile, a questo bisogna sicuramente aggiungere che spesso le famiglie, per sottrarsi alle lunghe file di attesa, effettuano indagini strumentali, visite specialistiche, esami ematochimici e altro ancora pagando di tasca loro queste prestazioni che il nostro SSN dovrebbe garantire, tutto questo ovviamente incide tantissimo nel bilancio familiare. Qual è la soluzione per rendere il nostro SSN adeguato alla nuova realtà?

Nel dare delle possibili risposte sul futuro del SSN riportiamo un passo di un articolo di Enrico Larghero” Il futuro si costruisce analizzando il passato ed il presente e ciò vale anche in ambito sanitario. Così come ciascuno di noi è una storia, anche tutte le manifestazioni della nostra società poggiano su radici antiche. Ipotizzare la salute di domani significa anche e soprattutto analizzare le criticità del mondo di oggi ed evidenziarne le problematiche più significative, interpretando dati e bilanci”1

Le risposte sono molteplici, ma noi proponiamo: investire nel personale con nuove assunzioni, snellire le liste di attesa, incremento della medicina territoriale, creare sinergie tra le persone assistite e i professionisti della salute e la famiglia, anche avvalendosi e collaborando con delle associazioni che quotidianamente operano nel settore sanitario, la persona al centro del sistema. Questo eviterebbe di affollare i pronto soccorso, valutare i dirigenti per meriti e non per infiniti balzelli dovuti a nepotismo o corsie preferenziali di politiche ingiuste. Noi come Movimento facciamo nostro il motto attribuito erroneamente a Cicerone: “Il bilancio deve essere equilibrato, il tesoro ripianato, il debito pubblico ridotto, l’arroganza della burocrazia moderata e controllata, e l’assistenza alle nazioni estere tagliata, per far sì che la nostra Italia non vada in bancarotta. Il popolo deve imparare di nuovo a lavorare, invece di vivere di assistenza pubblica”. Il contenuto di quanto sopra espresso sintetizza pienamente il nostro pensiero. A Cicerone, invece è attribuita una importante operazione economica al fine di svalutare per riequilibrare una precaria condizione del momento immettendo una quantità di monete di argento sul mercato.

1 Bioetica News Torino -Il nostro SSN: quale futuro?